Ipoacusia infantile:
Disturbi uditivi nei bambini
Durante l’infanzia l’udito gioca un ruolo chiave nello sviluppo delle capacità del linguaggio e della comunicazione.
Per questo motivo i disturbi uditivi infantili sono un problema molto serio da non sottovalutare.
Oggi quello dell’ipoacusia infantile è un problema piuttosto diffuso, che riguarda in media 3 bambini su 1000.
La cifra aumenta se a questi si aggiungono anche i casi di ipoacusia fluttuante, ossia causata da infezioni, o quelli di ipoacusia monolaterale, che colpiscono solo un orecchio.
Principali sintomi dell'ipoacusia infantile
ritardo nello sviluppo del linguaggio
ascolto della TV a volume troppo alto
scarsa reazione a volumi forti o intensi
Le principali cause dell’ipoacusia infantile
Numerose sono le circostanze che possono dare origine a questo disturbo prima della nascita, nei mesi immediatamente successivi o comunque nei primi anni di vita.
Nell’ipoacusia trasmissiva, le cause possono essere legate ad otiti o alla presenza di corpi estranei o tappi di cerume. Una forma più grave ed irreversibile di ipoacusia è invece l’ipoacusia neurosensoriale che interessa l’orecchio interno e che, nella maggior parte dei casi, può essere trattata mediante l’utilizzo di protesi acustiche.
Domande e risposte sull'ipoacusia infantile
Di seguito potrai trovare tutte le risposte alle tue domande sull’ipoacusia.
L’ipoacusia infantile è una condizione che riguarda i bambini nei loro primi mesi o anni di vita e che consiste in una limitata capacità di sentire correttamente.
Ne esistono tre tipi:
- L’ipoacusia trasmissiva è quella in cui l’orecchio interno funziona correttamente ma si riscontrano danni all’orecchio esterno o medio che impediscono una corretta trasmissione del suono.
- Nel caso di una lesione dell’orecchio interno si parla invece di ipoacusia neurosensoriale. Questa è causata da una disfunzione della coclea o delle parti coinvolte nella trasmissione del messaggio uditivo al cervello. Spesso questa condizione è presente sin dalla nascita.
- L’ipoacusia caratterizzata da una combinazione di fattori che coinvolgono sia l’orecchio interno che quello esterno limitando le condizioni uditive del bambino, prende invece il nome di ipoacusia mista.
L’ipoacusia può essere congenita, ossia presente sin dal momento della nascita, oppure acquisita, nel caso in cui si sviluppi successivamente.
Circa la metà dei casi di ipoacusia congenita è dovuto a fattori genetici, in tutti gli altri casi le cause sono riconducibili a malattie, infezioni prenatali o condizioni particolari che si sono verificate al momento della nascita.
Quando l’ipoacusia subentra dopo la nascita, le cause più comuni sono determinate malattie, condizioni patologiche o lesioni.
- Prima dei 9 mesi: Il bambino non parla e si esprime attraverso il pianto e il linguaggio del corpo.
- 9 mesi: Inizia a mostrarsi in grado di comprendere parole semplici come “mamma” e “papà”.
- 10 mesi: Emette lallazioni caratterizzate da singole sillabe collegate e talvolta le prime paroline di senso compiuto.
- 1 anno: É in grado di pronunciare una o più parole di senso compiuto di fila.
- 18 mesi: Comprende frasi semplici, inizia a comporre le prime frasi e dispone di un piccolo vocabolario di circa 20-50 parole.
- 24 mesi: Possiede un vocabolario di circa 150 parole, collegate tra loro per formare delle piccole e semplici frasi. Quello che comunica dovrebbe essere piuttosto comprensibile anche a chi non interagisce quotidianamente con il bambino.
- Da 3 a 5 anni: Disponendo di un vocabolario di almeno 1000 parole, è in grado di esprimere correttamente pensieri, emozioni, desideri e spiegare informazioni. Entro i 5 anni il bambino dovrebbe essere in grado di comprendere e formulare anche periodi complessi. Se vostro figlio non avesse ancora sviluppato le capacità comunicative attese, vi consigliamo di contattare immediatamente il pediatra ed effettuare un esame audiometrico.
Spesso non è semplice individuare la presenza di ipoacusia infantile. Per farlo, occorre osservare attentamente le situazioni in cui il bambino risponde ai suoni: se il bambino non risponde o manifesta una riposta inadeguata, questo può costituire un campanello d’allarme. Il sintomo più evidente e indicativo di un’ipoacusia nei bambini è un ritardo nello sviluppo del linguaggio. Altri sintomi di possono essere:
- volume alto e/o distanza molto ravvicinata alla TV;
- incapacità di accorgersi se qualcuno gli sta parlando al di fuori del suo raggio visivo;
- sguardo sorpreso quando si accorge di essere stato chiamato per nome;
- incapacità di comunicare al telefono;
- reazioni minime o assenti a suoni/rumori assordanti
Il metodo più efficace per prevenire l’ipoacusia infantile è osservare con attenzione il bambino e notare come reagisce agli stimoli uditivi, oltre che sottoporlo a dei controlli dell’udito.
Quando un neonato sente un rumore forte sviluppa infatti una risposta chiamata “startle”, che è un riflesso incondizionato che si manifesta con uno spalancamento di occhi. Se il bambino non reagisce al suono di un sonaglio, ad esempio, conviene rivolgersi immediatamente al pediatra o a un audioprotesista.
Subito dopo la nascita, l’udito del bambino è molto simile a quello di un adulto, ma il neonato non ha ancora le capacità di formare frasi di senso compiuto. Questa competenza verrà sviluppata grazie all’udito, di cui il bambino si servirà per gettare le basi della comunicazione. Nello specifico, ascoltando ripetutamente i suoni nel contesto circostante, il bambino imparerà ad associarli a un significato e, in seguito, a riprodurli. Per questo motivo avere un buon udito è fondamentale per uno sviluppo sano e completo.
L' Acustica consiglia:
Evitare situazioni di forte stress uditivo in caso di gravidanza;
Non esporre il bambino a fonti di rumore elevato;
Mantenere contenuto il volume della musica o della TV;
Incentivare l’uso del linguaggio e della comunicazione nel bambino;
Osservare attentamente le risposte comportamentali del bambino agli stimoli uditivi sin dalla nascita;
Sottoporre il bambino a controlli e test dell’udito per monitorare le sue capacità uditive;
Mostrare comprensione e ripetere con pazienza ciò che si è detto se il bambino non è riuscito a comprendere correttamente.
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